Le recenti indagini archeologiche condotte dal Liceo del Sud e dall'Università della Campania “Luigi Vanvitelli” sul plateau sud-occidentale dell'acropoli di Cuma, hanno riportato alla luce una straordinaria testimonianza del patrimonio storico e artistico del Medioevo: un frammento di un affresco raffigurante Cristo.
PROSPETTIVE
Questa preziosa scoperta, avvenuta durante gli scavi nella zona absidale di una chiesa medievale, ha messo in luce parte del volto e della spalla destra di Cristo, distinguibili dall'aureola del crocifisso, elemento iconografico di grande importanza.
L'affresco, pur essendo frammentario, presenta una qualità stilistica che suggerisce il confronto con altre opere d'arte sacra, in particolare quelle conservate nel protiro e nell'abside occidentale del complesso basilicale paleocristiano di Cimitile.
I tratti distintivi del volto, con grandi occhi incorniciati da folte sopracciglia, orecchie piccole e rotonde e una barba formata da linee sottili che terminano a punta, collocano l'opera tra il IX e il X secolo. Il rosso intenso del mantello, combinato con i dettagli dell'aureola ornata di perline su fondo azzurro-verdastro, testimonia la maestria degli artisti dell'epoca e la ricchezza iconografica della chiesa.
gli scavi
Il contesto del ritrovamento rafforza l'ipotesi che l'area avesse un particolare carattere sacro. La chiesa, oggetto di scavo dal 2019, si presenta ad unica navata di circa 60 mq, con strutture murarie in tufo ben squadrate, un tempo ricoperte internamente da intonaco policromo, e un pavimento in lastre di cotto.
Particolarmente suggestiva è la presenza di una colonna in marmo con capitello ionico, probabile riutilizzo di un elemento architettonico romano, che forse sosteneva un arco decorato con figure umane dipinte. Nei tre angoli dell'edificio religioso sono state rinvenute strutture in tufo, probabilmente reliquiari, affacciate su piccole nicchie absidali. L'affresco è stato scoperto nei pressi di una di queste strutture.
La particolare cura costruttiva e decorativa di quest'area, separata dal resto dell'edificio da un muro, indica un ambiente dedito al culto delle reliquie, come confermato dalla presenza di colonne tortili e stucchi decorati con motivi a traliccio. Lo stato di conservazione delle murature e degli elementi decorativi, sigillato dal crollo del terreno successivo al crollo della struttura, avvenuto tra la seconda metà del XII secolo e gli inizi del XIII, offre una chiara immagine dell'importanza di il sito. Questo evento distruttivo, avvenuto probabilmente in occasione della distruzione del Castrum dell'acropoli da parte del contingente napoletano di Goffredo di Montefuscolo nel XIII secolo, ha paradossalmente permesso di conservare intatte le testimonianze artistiche e architettoniche dell'epoca.
l'indagine
Le indagini archeologiche svolte a Cuma in concessione ministeriale con il Parco archeologico dei Campi Flegrei, dirette da Fabio Pagano, non si fermano qui. L'equipe di studiosi e archeologi coordinata da Andrea Averna e sotto la direzione del professor Carlo Rescigno proseguirà l'esplorazione del sito, sperando di chiarire ulteriormente la cronologia, la funzione e l'organizzazione degli spazi sacri della chiesa medievale.
Ogni nuova scoperta rappresenta un passo avanti nella ricostruzione della storia dell'arte sacra e dell'urbanistica dell'acropoli di Cuma, arricchendo il panorama culturale e storico del Medioevo italiano.