Il walkie-talkie di Hezbollah è esploso a Baalbek, nel Libano orientaleIl walkie-talkie di Hezbollah è esploso a Baalbek, nel Libano orientale

“Seguire il denaro” è un vecchio trucco che si applica ancora, anche ai più alti livelli di spionaggio. O almeno questo è quello che sembra. Secondo il quotidiano norvegese Vg, dietro le società coinvolte nell'acquisto di cercapersone destinati alle comunicazioni interne e non tracciabili di Hezbollah ci sarebbe un conto bancario israeliano esploso contemporaneamente in un attentato non rivendicato ma imputabile, secondo molti, a capacità che solo l’intelligence israeliana potrebbe mettere in campo.

La ricerca norvegese porta infatti al finanziamento di due diverse società. Uno con sede a Budapest, Bac, diretto dall'italo-ungherese Cristiana Barsony Arcidiacono. L'altra con sede a Sofia, Norta Ldt, gestita dal cittadino norvegese di origini indiane Rinson José. Secondo la ricostruzione dei passaggi per l'acquisizione del prodotto finale che sarà consegnato ai funzionari di Hezbollah, è stata l'ungherese Bac a contattare la Apollo Gold di Taiwan per ottenere la “licenza di produzione”, anche se le antiquate apparecchiature di comunicazione, come sostiene Guido Olimpio – sottolinea il Corriere della Sera – verrà “messo a punto” più avanti e in altra sede. Ma si tratta di un'operazione effettuata a vantaggio di Norta da un conto aperto presso la banca israeliana MT Bank da cui uscirà il denaro destinato a Bac, il che fa sospettare che si tratti di una rete di copertura ancora più ampia con una copertura ben precisa obiettivo.

La “prestazione di servizi” avrebbe coinvolto una seconda società con sede a Taiwan, dedicata alla logistica, e avrebbe stabilito contatti all'estero con un certo “Mister Tom”, un austriaco che avrebbe condotto “passi importanti” nell'intera operazione. l'individuo e la sua origine evocano immediatamente la trama di un romanzo di spionaggio ambleriano.

Attualmente si è persa ogni traccia del norvegese di origine indiana Rinson José, mentre l'italo-ungherese Cristiana Arcidiacono ha accolto le richieste delle autorità di collaborare per fare chiarezza sullo strano lotto di cercapersone che, insieme ai walkie-talkie, sono stati trasformati in veri e propri ordigni esplosivi attivati ​​simultaneamente da un unico “ordine”. C'è chi dice che l'inserimento di un microsim abbia attivato una microcarica esplosiva, chi pensa ad un surriscaldamento indotto e chi sostiene la tesi dell'arma ad energia diretta.

Mossad, inganno e cyber soldati

L'ipotesi è che dietro le “tre compagnie ombra” ci sia il Mossad israeliano e un'unità tecnologica segreta indipendente della Difesa israeliana esperta in operazioni speciali della direzione dell'intelligence militare, Unità 81, e che dietro l'esecuzione dell'ordine ci sia il cyber -soldati dell'Unità 8200 delle Forze di Difesa Israeliane. L'unità incaricata dello spionaggio dei segnali elettromagnetici, dello spionaggio dei segnali elettronici, della decifrazione di informazioni e codici crittografati e della cyber warfare, è stata presa in considerazione anche da una ricostruzione proposta dal New York Times che cita la divisione israeliana di cyber warfare una serie di collegamenti con la CIA e la NSA, le principali agenzie di intelligence americane.

Questa ricostruzione vedrebbe il Mossad come l'ideatore delle tre società ombra che sarebbero bastate per ingannare il “mediatore” nominato dai libanesi facendogli acquisire sistemi di comunicazione obsoleti e irrintracciabili, un tempo noti come cercapersone. Una volta prodotti e “sabotati”, i dispositivi sarebbero finiti nelle mani delle milizie libanesi e attivati ​​da operatori cyber israeliani con un “segnale”. Ci sarebbe anche un “collegamento” tra il norvegese scomparso e un'azienda gestita da un ex membro dell'Unità 81 che si occupava di startup e giovani talenti.

Potrebbe trattarsi di una coincidenza o di un'operazione ben pianificata che entrerà negli annali dei servizi segreti coinvolti in operazioni clandestine in una guerra non convenzionale. Per ora sono dubbi risalenti a ieri, quando una nuova temuta operazione terrestre israeliana in Libano viene annunciata come “imminente”.