Un banchetto dal Centro Aiuto alla Vita di Parma
“Scegli la vita!” Era uno slogan o, meglio ancora, un impegno che il vescovo di Parma Enrico Solmi aveva lanciato qualche anno fa alla città, intendendo la “vita” nel senso più ampio del termine ed estendendo questo appello non solo ai futuri genitori ma anche ad ogni uomo e donna, in ogni situazione ed età.
“Scegliere la vita” significa e implica tutelarla, accompagnarla e sostenerla, in ogni fase, dal suo concepimento al suo naturale compimento. Parole che oggi sono più attuali che mai, mentre i fatti di Traversetolo, con i corpi dei due neonati morti dopo il parto ritrovati nel giardino della casa dove viveva la madre Chiara, ora agli arresti domiciliari, ci mettono al primo posto azioni. e opzioni per rifiutare la vita, fino alla sua soppressione. Parole che non sono rimaste parole, ma che si sono tradotte anche in azioni precise, a cominciare dalla nascita di un figlio, non sempre desiderata, magari percepita come un ostacolo ai propri desideri di realizzazione, o temuta per la difficoltà di affrontare le difficoltà economiche fardello. . ciò implica.
Nel dicembre 2010 – Anno del Neonato – è stato inaugurato il presepe termale “Ninna ho”, un progetto nazionale nato nel 2008 da un’idea della Fondazione Francesca Rava-Nph Italia Onlus e della rete Kpmg, con il patrocinio del Ministero . della Sanità e della Società Italiana di Neonatologia, per offrire rifugio e opportunità di vita ai neonati abbandonati. Il presepe è situato all'interno di una struttura in muratura di fronte all'ingresso del nuovo ospedale, in un'area riservata e protetta. Dotato di speciali sensori, viene costantemente monitorato video via telecomando attraverso una telecamera che controlla in ogni momento l'eventuale presenza di un neonato abbandonato da qualcuno che non ha potuto tenerlo con sé ma lo ha partorito. Un allarme acustico, collegato al 118, avvisa tempestivamente il personale medico giunto sul posto per trasferire al più presto il neonato al reparto di Terapia Intensiva o di Neonatologia, per i controlli e le cure necessarie. Successivamente il bambino viene ricoverato in ospedale seguendo la procedura adottata per i neonati non riconosciuti e inizia l'iter di adozione. Significativa è la sinergia tra diverse istituzioni, nella consapevolezza che “la nascita rappresenta un importante evento personale, familiare e sociale prima ancora che sanitario”.
Un'altra opportunità concreta è il progetto “Vita”, promosso dal Centro Aiuto alla Vita di Parma: una forma di adozione per una famiglia con un nascituro, che consente l'erogazione di un importo mensile (da 300 a 450 euro) modulabile a seconda sui bisogni del nucleo familiare. Il progetto offre anche l'opportunità di mantenere collegate le famiglie e aiuta a superare alcune difficoltà che possono costituire un ostacolo, non sempre di natura economica. Da qui l'importanza, come sottolinea il Centro Aiuto alla Vita, di essere vicini alle mamme non solo durante i mesi della gravidanza ma anche e soprattutto dopo, ad esempio durante la fase dello svezzamento. Per evitare che i problemi, affrontati e vissuti da soli, diventino scogli insormontabili, mentre, condivisi, diventino generatori di vita. Non solo biologico.