L'orgoglioso squatter diventa consigliere. E convoca riunioni (anche) a casa sua

La storia era più o meno conosciuta. O almeno lo sapeva la maggioranza che presiede il Terzo Municipio di Roma. Luca Blasi, nuovo assessore alla Cultura con delega al diritto all'abitare, è un fiero occupante di immobili abusivi. Orgoglioso nel senso che lo ha raccontato senza problemi, nonostante il suo ruolo istituzionale, davanti ai compagni dell'Avs. Tutto alla luce del sole. Solo un po' illegale.

Luca Biasi ha preso possesso dell'immobile di proprietà dell'INPS 15 anni fa. Non è il primo né sarà l'ultimo, ma fa ridere sapere che è proprio lui, un abusivo senza diritto all'abitazione, che, scusate il gioco di parole, si occupa delle case comunali del comune. Il suo presidente, Paolo Emilio Marchionne, non pone problemi. In effetti: rivendica una “storia politica” che avvicinerebbe la Blasi a certe “situazioni difficili che vivono in molti”. Una “sensibilità diversa”, insomma, che diventa “una punta di ricchezza”. Con il piccolo dettaglio che non stiamo parlando di furto di caramelle, ma di una situazione illegale che dura da più di un decennio. La settimana scorsa Blasi si era difeso parlando di “una polemica su un bambino di un anno riciclato per attaccare chi vive in emergenza abitativa”, ma Quarta Repubblica è tornata sull'argomento e ha scoperto qualche altro dettaglio.

Il 18 settembre, due giorni dopo la denuncia della settimana scorsa, Blasi ha chiesto un incontro urgente all'Inps per discutere la questione degli inquilini in sanatoria. E quindi anche per se stesso. «È il centesimo incontro che abbiamo con l'Inps su questo e tanti altri temi», dice Marchionne. Fatto sta che, riferisce QR, il rischio di conflitto di interessi sembra grande quanto quello di una casa: tra gli inquilini che sperano di regolarizzare la propria situazione, infatti, c'è anche l'assessore che chiede incontri urgenti. Un po' strano, non è vero?

E si potrebbe anche sottolineare che con lo stipendio dell'assessore (3.498 euro lordi al mese, 2.890 netti meno il 15% che verrà restituito al partito) potrebbe pagare anche un normalissimo affitto. Come tutti. E poco importa se sia effettivamente comproprietario di case o negozi in affitto nel centro di Roma o se ora paghi o meno l'affitto. Non è questo il punto. Il paradosso è che nel Paese che denuncia un potenziale “conflitto di interessi” per chiunque, l'unico caso chiaro ed evidente si riduce alla “storia politica”. Quasi vendicato.

“Non l'ho mai nascosto e non me ne vergogno, perché la precarietà non è un difetto e noi abbiamo sempre combattuto le nostre battaglie all'aperto”, ripete Blasi, che però su Quarta Repubblica trova difficile spiegare se sia così. . È normale che un consigliere, in carica pubblica, dopo aver preso possesso abusivamente di un immobile, si occupi della “procedura di sanatoria” per la sua abitazione.