15 settembre 2024 | 18.21
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“Come ti sei sentito oggi?”, “Sei nervoso?”, “Hai dolori?”, “Hai nausea e vomito?”, “Puoi fare una lunga passeggiata?” Sempre più malati di cancro rispondono a queste domande attraverso questionari ad hoc, Patient-Reported Outcomes, cioè esiti riferiti dai pazienti. “I PRO sono un rapporto diretto dello stato del paziente, senza filtri, interpretazioni e modifiche da parte degli operatori sanitari. Sono attualmente considerati gold standard per la valutazione dei sintomi soggettivi, sia nella pratica clinica che negli studi clinici. Pur nella consapevolezza della complessità dei Pro come end point, i risultati mostrati negli ultimi anni da diversi studi clinici sull’impatto di questo strumento sulla qualità della vita dei pazienti supportano un cambiamento culturale e gestionale da parte delle amministrazioni sanitarie a livello l'opportunità. far interagire la cartella clinica elettronica con gli strumenti capaci di raccogliere i PRO.
“Anche in oncologia, utilizzando questi strumenti possiamo dare più voce ai pazienti – sottolinea Di Maio – sono loro che ci informano direttamente del loro benessere o disagio durante il percorso di diagnosi terapeutica che stanno attraversando. In campo oncologico da sempre “Abbiamo utilizzato endpoint tradizionali per descrivere i trattamenti e la loro tossicità, attività misurata dai medici con test strumentali e non dai pazienti.” Tuttavia, «una cosa è raccogliere il punto di vista del paziente semplicemente nel colloquio avuto con lui durante la visita – sottolinea l'oncologo – e un'altra cosa è utilizzare strumenti 'validati', che si chiamano PROMS (Patient Reported Outcome Measures) Permettono di raccogliere informazioni fornite dai pazienti. Negli ultimi anni i PROMS sono diventati sempre più importanti in due ambiti: nella ricerca clinica – perché conosciamo meglio la qualità della vita, il benessere generale e i sintomi soggettivi di ciascun paziente – e nella ricerca clinica. ricerca, pratica clinica perché aiutano il rapporto medico-paziente, che va oltre il colloquio durante la visita.
Altro «aspetto importante è la lettura in tempo reale dei questionari – sottolinea l'oncologo – che permette una migliore gestione di ciascun paziente. Tra le domande, ad esempio, emerge una domanda ricorrente sulla 'stanchezza', che è una condizione condivisa da molti “Nei malati di cancro, a volte il medico non nota questo sintomo o lo sottovaluta.”