La Procura chiede 6 anni e, in caso di condanna, Salvini andrà in carcere. "Follia, non mi arrendo"

Ha fatto la sua cosa. Ed è andato oltre la linea del governo Conte calpestando i diritti degli immigrati. Ecco perché Matteo Salvini va condannato. La Procura di Palermo presenta il conto all'ex armatore del Viminale, sul banco degli imputati, per la vicenda della nave Open Arms. Ed è un conto pesantissimo: 6 anni per sequestro di persona e negazione di documenti.

L'accusa è una maratona interminabile in cui tre premier si alternano al microfono dalle dieci del mattino fino alla fine del pomeriggio. E si vede subito quale sia il clima: “In questo processo – dice il procuratore Gery Ferrara – affrontiamo la questione dei diritti umani, della vita, della salute e della libertà, che prevalgono sul diritto alla difesa dei confini”. Ecco, Salvini, invece, avrebbe stroncato i diritti degli immigrati, di quei 147 rifugiati, protagonisti dell'odissea di Open Arms tra l'1 e il 20 agosto 2019. «Non può esserci – prosegue Ferrara – subordinazione del rispetto dei diritti umani alla redistribuzione degli immigrati. Prima vengono demoliti e poi ridistribuiti: altrimenti corriamo il rischio di fare politica con chi soffre”. “I diritti umani – sottolinea il procuratore aggiunto Marzia Sabella – vengono prima della difesa delle frontiere”. tre settimane, finché il 20 agosto la Procura di Agrigento chiuse l'affare e fece sbarcare chi era ancora a bordo Sabella, Ferrara, Giorgia Righi descrivono il dramma della Open Arms e chi era a bordo: solo due bagni per 147 profughi, malattie, prostrazioni, gente che si getta in mare, minori in quella dura promiscuità per giorni e giorni «I minori – insiste Sabella – sono vittime molto vulnerabili, non immigrati non identificati. Accoglieteli subito, non c'erano scuse per ritardare il POS.”

Salvini avrebbe avuto il compito di sbarcare gli immigrati, che in realtà, almeno in parte, hanno abbandonato poco a poco la nave, ma il ministro ha insistito per non concedere loro un posto sicuro, insomma un porto sicuro, a terra. “E invece, almeno a partire dal 14 agosto – conclude Sabella – il ministro avrebbe dovuto dare il via libera allo sbarco”.

Quindi, secondo l'accusa, 6 anni di reclusione. E se la richiesta venisse accolta e poi accolta nei successivi gradi di pena, il ministro andrebbe in carcere. Un fatto senza precedenti, pur ripetendo: “Rifarei tutto quello che ho fatto”. E nel video: “Difendere l'Italia non è un reato e io non mi arrenderò”. Giulia Bongiorno, il suo avvocato, dipinge un quadro diverso in uno degli intervalli: “Nonostante le anomalie della navigazione, il fatto che ci fossero rischi di terroristi a bordo, sono state prese tutte le misure per garantire la protezione e l'incolumità degli immigrati. I malati venivano visitati dal medico di bordo e scortati a terra. «E poi – attacca ancora Bongiorno – la premessa dei pm è un po' contraddittoria: dicono che non attaccano il governo, ma poi aggiungono che il decreto sicurezza bis è in contrasto con la Costituzione e ritengono inaccettabile la filosofia di Salvini: Innanzitutto “Ridistribuiamo, poi sbarchiamo.”

Il duello riprende: “I ministri Trenta e Toninelli e il premier Conte – è l'ultimo colpo di sciabola di Sabella – hanno deciso nell'agosto 2019 di intervenire”. E hanno preso le distanze da Salvini. “Essere alleati non significa essere cooperativi.” In realtà, in quel momento il governo stava crollando. Poi arriva la richiesta a sorpresa a sei anni.

“Se non cediamo ai teoremi – risponde Bongiorno – vedremo che la correttezza di Salvini è stata dimostrata durante tutto il processo”. Il 18 ottobre la parola sarà data a voi. E quel giorno la Lega lancerà manifestazioni in difesa del segretario, oggi vicepremier. Poi la sentenza arriverà a fine anno.