Il ministro della Difesa “non ha rapporti particolarmente buoni con l'Aise”, di cui ha lamentato “in più occasioni una mancanza di informazioni che avrebbe potuto creare problemi anche alla sicurezza nazionale”. Le parole di Guido Crosetto, che evidenziano una frattura tra due istituzioni chiave del Paese, fanno scattare l'allarme rosso a Palazzo Chigi. L'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, conferma subito la fiducia al direttore dell'Aise, Gianni Caravelli e garantisce “lealtà alle istituzioni” del servizio. Il Copasir però vuole vedere le cose con chiarezza e terrà udienze sul caso. E il capo della Difesa rettifica quanto dichiarato davanti al procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, lo scorso gennaio, assicurando “piena fiducia” ai servizi.
Tutto comincia, dunque, dal 22 gennaio, quando il Ministro riceve Cantone nel suo ufficio. A chiedere l'incontro è stato proprio Crosetto, dopo che l'anno precedente aveva presentato a Perugia la denuncia che aveva dato il via alle indagini sugli atti. Questa volta sono altre le fughe di notizie che lo spingono a chiedere di essere ascoltato: dal fatto di non assumere la moglie all'Aise alla casa in affitto. Nel servizio pubblicato oggi dal Fatto Crosetto, sulla prima questione, afferma di essere stato “particolarmente arrabbiato” e di averne parlato con Meloni, Mantovano, Caravelli e con il direttore del Dis Elisabetta Belloni, chiedendo che la “fuga di notizie” essere controllato. '. Poi aggiunge frasi sui difficili rapporti con l'Aise. Quanto ai rapporti con Caravelli, spiega, “formalmente sono buoni, anche se gli ho anche spiegato le mie lamentele, criticando la sua mancata dovuta collaborazione”. Sospetta poi che qualcuno all'Aise possa averlo ritenuto «responsabile di non aver confermato incarichi di rilievo in aziende statali». L'identikit sembra portare a Luciano Carta, passato dall'Aise alla presidenza di Leonardo, sostituito dal governo Meloni.
Ma questo non finisce qui. Crosetto dice a Cantone di essere ancora più preoccupato per gli articoli pubblicati sulla casa, i suoi profitti e il suo rapporto con l'imprenditore Carmine Saladino. “Il livello di informazione in questo caso – è la tesi del ministro – è molto profondo e mi fa pensare che qualcuno possa aver intercettato le mie conversazioni e comunque effettuato indagini particolarmente invasive. Non sarei indotto a credere che queste attività possano avere provengono dai servizi nazionali, ma non escludo che anche paesi esteri abbiano effettuato una ricerca di informazioni.
Un ministro, dunque, preoccupato, che teme di essere spiato e non si sente garantito dall'Aise, secondo l'immagine che emerge dalle sue dichiarazioni messe a verbale. Ne ha parlato con il presidente del Consiglio, con la delega e con i direttori dei servizi.
Ma evidentemente dubbi e preoccupazioni persistevano qualora avesse sentito la necessità di rivolgersi alla Procura. Si palesa un'implicita delegittimazione del settore dell'intelligence, alla quale Mantovano si affretta a contrastare ringraziando Caravelli e l'Aise “per lo straordinario lavoro svolto al servizio della Nazione, che ha contribuito ad innalzare il livello di sicurezza e di conoscenza da parte del Governo.” tra i numerosi scenari di crisi.
Il contributo dell'Aise è frutto di grande competenza e lealtà verso le istituzioni.” E aggiunge poi che “il rispetto per l'Aise e il suo direttore è dovuto anche alla piena collaborazione finora raggiunta tra l'intelligence e il ministero della Difesa, guidato da Crosetto”. Quest'ultimo aggiunge: “La dichiarazione di Mantovano, nella quale ribadisce la sua piena fiducia nei servizi e in particolare nei confronti dell'Aise e dei suoi dirigenti – osserva – è stata tra noi pienamente concordata, quella di smentire la pericolosa ricostruzione del Fatto”.
Ma a questo punto il caso, che preannuncia l'infedeltà degli 007 nazionali e il possibile coinvolgimento di servizi stranieri, finirà sul tavolo del Copasir, che presto potrebbe convocare in platea i protagonisti, da Mantovano a Crosetto, da Caravelli a Cantone. . Per Enrico Borghi (IV), membro del Comitato, “non si è mai verificato un confronto così flagrante tra l'Autorità delegata e un ministro della Difesa sulla delicata questione dei servizi”.
Crosetto smentisce: “Non c'è confronto. Sarò felice di informare il Copasir”. Attacca Walter Verini (Pd), che parla di «ombra grave».

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