L'agenzia delle Nazioni Unite che fornisce assistenza ai rifugiati palestinesi (UNRWA) ha annunciato di aver completato la somministrazione della prima dose del vaccino antipolio nella Striscia di Gaza, che colpisce oltre 550mila bambini, oltre il 90 per cento di quelli che vivono in la zona. . Il completamento della campagna vaccinale richiederà nelle prossime settimane la somministrazione di una seconda dose, che sarà assunta per via orale.

La poliomielite è una malattia che può causare forme permanenti di paralisi e, nei casi peggiori, la morte. Lo scorso luglio l’UNICEF ha rintracciato il virus nelle fogne e il 23 agosto l’OMS ha confermato almeno un caso di un bambino rimasto paralizzato dopo averlo contratto. Nella Striscia di Gaza non esisteva la poliomielite da 25 anni e fino a pochi anni fa il tasso di vaccinazione era del 99%. Con la guerra in corso, non solo i neonati non possono essere vaccinati, ma le condizioni igieniche sono peggiorate, con campi profughi sovraffollati, mancanza di acqua pulita e sistemi efficienti per lo smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue.

Per iniziare la campagna difficile e logisticamente complicata, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva raggiunto un accordo con Israele per concedere pause umanitarie nei combattimenti e consentire agli operatori sanitari di somministrare i vaccini in sicurezza: giovedì l’UNRWA ha affermato che si trattava solo di un caso di fallimento, lunedì, i soldati israeliani hanno fermato temporaneamente un convoglio delle Nazioni Unite e gli hanno impedito di consegnare vaccini nel nord della Striscia di Gaza.